Rocca di Talamone

Dove si trova

Talamone è in provincia di Grosseto, su un promontorio ai margini meridionali del Parco dell'Uccelina, Si raggiunge dalla SS1 aurelia, uscita Fonteblanda/Talamone.

La storia

Su un promontorio all'estremità sud dei Monti dell'Uccellina in posizione dominante sulla costa Tirrenica sorge l'antico borgo di Talamone. La località fu fin dall'antichità sede di insediamenti prima Etruschi (tracce della città di Tlamu sono state scoperte nel 1888 su una collina, detta Talamonaccio, a breve distanza dall'attuale borgo) e poi Romani.

Anche di quest'epoca sono tornati alla luce, a partire dalla fine del secolo scorso, notevoli resti architettonici: un tempio votivo pagano eretto nel 225 a.c. in commemorazione della vittoria riportata dalle truppe di Attilio Regolo sugli invasori Galli nel 528 a.c. (queste vestigia sono oggi conservate nel Museo Archeologico di Firenze), il sepolcreto della stessa battaglia, tombe del III° secolo a.c., ruderi delle terme e, nella vicina valle del fiume Osa, resti di un ponte a quattro arcate.

Dall'età antica al medioevo Talamone attraversò un periodo di quasi totale abbandono, inutilizzata proprietà dei monaci dell'Abbadia S.Salvatore sul Monte Amiata. Conobbe nuova vita quando divenne feudo degli Aldobrandeschi e nel 1303 della Repubblica Senese. I Senesi riattivarono il porto per cercare di opporsi alla supremazia marittima di Pisa e Genova, oltre che per farne il loro principale scalo marittimo, e costruirono la possente Rocca che ancora oggi domina il centro abitato e gran parte della zona circostante. La fortificazione ha la forma di un quadrato, come un grande maschio, rinforzato sugli angoli verso il mare da tre torrette e nell'angolo interno da una più alta e massiccia, con funzioni di torre d'avvistamento. La Rocca era il perno della cinta muraria che racchiudeva il borgo, della quale sono ancora visibili notevoli resti, all'estrema propaggine sul promontorio roccioso verso il mare.

L'agglomerato delle case risulta essere ben centrale e isolato dalle fortificazioni da una fascia di rispetto abbastanza larga. Fallito il sogno senese di fare di Talamone una potenza marinara il castello ed il borgo tornarono in uno stato di abbandono, tanto che le cronache lo ricordano come facile preda delle incursioni dei pirati Saraceni.

Gli stessi Senesi riassestarono la fortificazione durante la guerra contro Firenze del XV° secolo, ma ciò non impedì che il castello venisse saccheggiato e messo a ferro e fuoco per ben due volte dai loro nemici. Il suo aspetto attuale, liscio e privo di merlatura ed altri ammennicoli, è dovuto ai restauri effettuati quando Talamone entrò nel 1557 a far parte dello Stato dei Presidi Spagnoli, in cui possesso rimase fino al 1801. Dopo una breve parentesi di dominio Austriaco prima e del Regno di Napoli poi, dal 1814 divenne parte del Granducato di Toscana. Talamone è entrato nella storia Risorgimentale Italiana nel 1860, quando Garibaldi vi sbarcò con i suoi uomini per rifornirsi di armi e munizioni sulla rotta per la conquista del Regno delle Due Sicilie.