Mura di San Quirico d'Orcia

Dove si trova

S.Quirico è posto su una collina al confine tra la Valle dell’Asso e d’Orcia. Da Firenze si percorre la superstrada Firenze-Siena fino all'uscita Siena Sud. Seguire le indicazioni per Roma (S.S. n.2 Via Cassia) oppure per Montalcino, Buonconvento. Oppure autostrada A1 in direzione Roma, uscita Valdichiana, dirigersi poi verso Montepulciano attraverso la Strada Statale n. 326, da Montepulciano seguire le indicazioni per Pienza e successivamente per San Quirico d'Orcia.

La storia

Già abitato in epoca Etrusca, S.Quirico è nominato fin dal 714 nella controversia fra il Vescovo di Siena e quello di Arezzo per l’inclusione di alcune Pievi poste sul confine delle giurisdizioni delle loro diocesi. All’epoca S.Quirico era denominato di Osenna, dal nome della sua Pieve, alla quale faceva capo una curtis.

Fin dal 10° secolo San Quirico d’Orcia è stato un importante centro commerciale grazie alla sua posizione all’intersezione due delle principali direttrici viarie Medievali come la Via Francigena – dall’alto medio evo al 19° secolo principale percorso verso Roma e il sud Italia – e la via che attraverso Montepulciano e Pienza conduceva a Montalcino e poi verso la Maremma. Nel 994 Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, menziona S.Quirico [Sce Quiric] come una delle principali stazioni di posta lungo la Francigena, ruolo confermato nelle cronache di viaggio dei secoli successivi.

Nel 12° secolo il borgo fu assoggettato direttamente all’autorità imperiale e nel 1180 Siena ne rilevò i diritti facendone uno dei suoi capisaldi nel contado meridionale. I comuni limitrofi di Montepulciano e Orvieto contrastarono spesso l’egemonia Senese: nel 1234 e nel 1251 S.Quirico subì gravissime devastazioni in seguito alle quali l’autorità senese portò avanti un’opera di potenziamento delle fortificazioni. Nel 1262 il borgo divenne sede di Vicariato. 

La Francigena costeggiava il nucleo più antico ubicato posto sulla parte più elevata del crinale, dove svettava il cassero, cinto da mura e compreso oggi fra la Porta dei Cappuccini, la chiesa di S.Francesco e l’area del Palazzo Chigi Zondanari. Il borgo si sviluppò in seguito lungo l’asse viario principale, con gran numero di botteghe, laboratori e osterie, sede anche di un mercato settimanale e svariate ferie nel corso dell’anno, grazie anche alla concessione nel 1385 dell’esenzione dal pagamento dei dazi e gabelle oltre che la cittadinanza senese ai suoi abitanti.

Lungo la Francigena sorse anche la Grancia dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, con la doppia funzione di magazzino per i beni agricoli e Spedale per i pellegrini. Gli Spedali divennero quattro nel corso dei secoli successivi. Nel corso del Quattrocento il borgo venne più volte restaurato e potenziato nelle sue fortificazioni. Durante la guerra di Siena si schierò a favore delle forze ostili alla repubblica, divenendo anche base logistica dell'esercito ducale ed entrando defìnitivamente a far parte dello Stato mediceo nel 1559. Nel 1667 San Quirico, come marchesato, fu concesso in feudo da Cosimo III al cardinale Chigi, alla cui famiglia rimase fino al 1749.

Sulla Via Francigena, poi Strada Regia Romana e oggi Via Dante Alighieri con le piazze Chigi e della Libertà, si affacciano tutti i monumenti della cittadina: da nord, la Collegiata, il Palazzo Chigi Zondarari, la chiesa di San Francesco sulla piazza antistante la Porta Nuova, il giardino rinascimentale degli Horti Leonini, la già nominata Grancia e il Giardino delle Rose.

Ancora oggi San Quirico è un esempio notevole di struttura urbanistica medievale. Buona parte della cinta muraria quattrocentesca è ancora integra e ben conservata, mancante solamente della porzione nord-ovest e di un tratto a sud. Sono in parte visibili ancora ben 14 fra torri e torrette, alcune delle quali incorporate in altre strutture. Non esistono più le porte Nord e Sud: conservate sono invece la Porta Nuova – rimaneggiata più volte - e quella dei Cappuccini, l'unica rimasta delle tre della prima cinta muraria. Quest’ultima è particolare: il corpo centrale a sei lati è coronato da una serie di piccole mensole in pietra a sostegno della grande porta che si apre ad arco tondo e presenta prima un passaggio coperto a botte, poi un arco acuto cui segue un arco ribassato sotto una torre rettangolare aggiunta posteriormente. Originariamente era dotata di barbacane avanzato, del quale si notano i resti. Nella parte più elevata degli Horti Leonini si trovano gli scarsissimi resti della Torre del Cassero, che era alta circa 39 metri, distrutta quasi totalmente durante la ritirata dei Tedeschi nel 1944.