Rocca Aldobrandesca di Porto Ercole

Dove si trova

Si raggiunge, dopo aver attraversando il centro abitato di Porto Ercole, proseguendo per la strada panoramica. Lasciata alle vostre spalle la Porta Pisana (che conduce al paese vecchio), al termine della salita troverete sulla sinistra la stradina che arriva all'ingresso della Rocca.

La storia

La Rocca Aldobrandesca, nota anche come Rocca Spagnola, è una fortificazione costiera situata a Porto Ercole, sul promontorio del Monte Argentario. Fu un tempo uno dei principali baluardi difensivi della zona. La storia medievale di quest’area è piuttosto complessa, con territori che cambiavano spesso proprietari. Sappiamo, però, che sul colle dove oggi sorge la rocca un tempo si trovava un oratorio dedicato a San Giovanni Evangelista, menzionato in una bolla papale del 1074 da Papa Gregorio VII.

Nel XIII secolo l'Abbazia delle Tre Fontane concesse l’area in enfiteusi a Margherita Aldobrandeschi, contessa di Sovana, e fu costruita una torre quadrata che costituì il primo nucleo del castello. La torre passò poi agli Orsini di Pitigliano, che completarono l'opera di fortificazione.

Nel Quattrocento, con la conquista senese di Porto Ercole e l’annessione alla Repubblica di Siena, fu incaricato l’artista Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, di restaurare e ampliare il castello. Furono aggiunte due torri circolari, conferendo al complesso una forma triangolare.

Nel frattempo si sviluppò anche il borgo ai piedi della fortificazione, collegato da una cinta muraria che scendeva dalle torri fino al mare, con due porte: una principale ad arco acuto in stile senese, protetta da una bertesca, e una secondaria ad arco ribassato, sorvegliata da una torre semicilindrica. Una torre bizantina presso il porto serviva da punto di incontro delle cortine murarie.

Nel 1487, l’ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini ampliò la rocca con ulteriori mura e due casseri triangolari rivolti verso il borgo. La torre bizantina fu inglobata nel Bastione di Santa Barbara e resa accessibile tramite un camminamento coperto. All'interno furono realizzate cisterne per l’acqua piovana, alloggi per le guarnigioni, una polveriera, un presidio di primo soccorso, due torrette di avvistamento e la Cappella di San Giovanni.

Nel 1543, sempre sotto il dominio senese, furono intrapresi ulteriori lavori su progetto di Anton Maria Lari, ispirato ai canoni di Baldassarre Peruzzi, che rafforzarono le mura di cinta. Successivamente, Bernardo Buontalenti ampliò la rocca dotandola di imponenti mura con base a scarpa cordonata e terrapieni, trasformandola in una moderna fortificazione a pianta irregolarmente stellata, con una porta principale preceduta da un caratteristico ponte levatoio e una secondaria rivolta verso il centro di Porto Ercole.

In questo periodo la rocca era un punto di riferimento nel sistema difensivo della Repubblica di Siena, con funzioni di avvistamento e comunicazione tramite segnali luminosi con il Forte Sant'Ippolito a ovest, che sorgeva nel luogo del Forte Stella, e con il Forte della Galera a nord, che sorgeva dove in seguito fu costruito il Forte Filippo.

Nella seconda metà del Cinquecento, quando l’Argentario entrò a far parte dello Stato dei Presìdi Spagnolo, il sistema difensivo della rocca fu integrato potenziando la cinta bastionata e l'aggiunta di garitte per le sentinelle, su progetto dell’ingegnere militare Giovanni Camerini. Sopra l'architrave della porta principale è ancora visibile un grande stemma dello Stato dei Presìdi.

Nell’Ottocento la rocca divenne temporaneamente un avamposto del Granducato di Toscana e passò successivamente al Regno d’Italia. Dopo l’Unità d’Italia, la struttura militare venne progressivamente dismessa e nel 1862 fu costruito il faro di Porto Ercole sul bastione nord-orientale. Alla fine dell’Ottocento, la rocca fu trasformata in carcere, ospitando prigionieri durante la Prima Guerra Mondiale.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la rocca venne definitivamente chiusa e venduta a privati, che trasformarono i fabbricati interni in residenze. Altri spazi esterni divennero proprietà comunale. Oggi la rocca conserva prevalentemente elementi architettonici rinascimentali e tardo-cinquecenteschi, mentre del periodo medievale restano la base della torre, le torri cilindriche del Vecchietta e le mura realizzate da Francesco di Giorgio Martini.