La civiltà etrusca dominò l'Italia centrale prima dell'avvento dei Romani, sviluppandosi in un'area corrispondente alle attuali Toscana, Lazio settentrionale ed Emilia-Romagna occidentale. Le origini di questo popolo rimangono avvolte nel mistero, poiché il loro sistema di scrittura, sebbene parzialmente decifrato, non è stato completamente compreso. Alcune teorie ipotizzano un'origine autoctona, altre una provenienza orientale, basata su somiglianze linguistiche e culturali con popoli dell'Asia Minore.
Nonostante il mistero delle origini, gli Etruschi si distinsero per le loro avanzate conoscenze ingegneristiche, commerciali, industriali e agricole. Furono abili costruttori: realizzarono imponenti opere di urbanizzazione, come fognature e strade lastricate, e bonificarono le pianure paludose, compresa l'area dove sorse Roma. Grazie alle risorse minerarie della loro terra, svilupparono un'importante industria metallurgica, producendo armi, gioielli e utensili di raffinata fattura. I loro commerci si estendevano dal Mediterraneo orientale fino alla Gallia e alla Penisola Iberica.
La società etrusca era organizzata in città-stato indipendenti chiamate "Lucumonie", ognuna governata da un re-sacerdote, il "lucumone". Tra le principali lucumonie vi erano Veio, Cerveteri, Tarquinia, Arezzo, Volterra, Chiusi, Velzna e Fiesole. Queste città erano unite da legami culturali e religiosi, ma non da una struttura politica centralizzata, rendendole vulnerabili all'espansione romana. La religione etrusca attribuiva grande importanza alla divinazione: sacerdoti esperti interpretavano la volontà degli dèi attraverso la direzione dei fulmini o l'analisi delle viscere degli animali sacrificati.
L'influenza etrusca su Roma fu profonda, soprattutto durante la dinastia dei Tarquini, che regnò nel VI secolo a.C. e contribuì allo sviluppo urbano della città, introducendo la costruzione di templi monumentali, il sistema fognario della Cloaca Maxima e le prime strutture politiche che avrebbero ispirato le istituzioni della Repubblica Romana.
Tuttavia, l'egemonia etrusca iniziò a declinare già nel V secolo a.C., quando Roma si ribellò al dominio tarquiniese nel 509 a.C. e progressivamente sottomise le città etrusche. Il 396 a.C. segnò una svolta decisiva con la caduta di Veio dopo un lungo assedio romano. Le ultime città-stato resistettero per quasi due secoli, ma nel 265 a.C. anche Velzna (l'odierna Orvieto) si arrese ai Romani, decretando la fine della civiltà etrusca come entità politica indipendente.
Con il tempo, gli Etruschi furono assimilati nella società romana, e nel 90 a.C., con la concessione della cittadinanza romana, divennero a tutti gli effetti parte integrante della cultura di Roma. Nonostante la loro scomparsa come popolo distinto, l'eredità etrusca sopravvive nell'arte, nell'architettura e nelle tradizioni religiose che influenzarono profondamente la civiltà romana.