Dove si trova
Saturnia, famosa per le sue terme di acque sulfuree, si trova nel comune di Manciano, raggiungibile o dal capoluogo o da Grosseto via Scansano seguendo le indicazioni. Il borgo antico si trova su un rilievo che domina un vasto panorama, dal Monte Amiata alle Colline dell'Albegna e del Fiora.
La storia
Il nucleo antico di Saturnia sorge su un ripiano roccioso posto alla sinistra del fiume Albegna, in corrispondenza della confluenza con il torrente Stellata. L'esistenza dell'insediamento è documentata dal XII° secolo, pur essendo stato centro Etrusco (nelle vicinanze necropoli etrusca di Pian di Palma) e Romano (sorto lungo la Via Clodia), come sede di una Pieve e delle, già all'epoca famose, Terme.
Nel 1170 il castello fu sotto il controllo dei conti di Tentennano, dal 1216 sotto quello degli Aldobrandeschi, passò poi al Conte Bonifacio di Santa Fiora. Nel 1274, con lo smembramento del feudo Aldobrandesco, Saturnia entrò a far parte della contea di Sovana. Subì saccheggi dai Senesi, nel 1299, e dagli Orvietani, 1313, che lo occuparono. Nel 1328 passò alla famiglia dei Baschi e successivamentre degli Orsini. Siena lo conquistò, ma solo temporaneamente, nel 1389 e, non riuscendo a controllarlo, lo distrusse nel 1419 in quanto ormai covo di fuoriusciti dalla Repubblica. Negli anni successivi fu deciso di ricostruire il cassero e le mura e di stanziare in loco un certo numero di famiglie provenienti dalla Romagna e dalla Lombardia. Saturnia restò Senese fino alla sottomissione a Cosimo dei Medici nel 1559, fu feudo dei Marchesi Ximenes dal 1593 e dei Panciatichi dal 1738.
Ancora oggi è di facile lettura la struttura urbanistica del borgo medievale e rinascimentale che si è sviluppato sui resti dell'antica colonia Romana (II°secolo a.C.). Anche la cinta muraria, pur essendo stata ricostruita dagli Aldobrandeschi prima e dai Senesi poi, fra il 1454 e il 1464 da mestranze Lombarde guidate dall'architetto Luca di Bartolo da Bagno, conserva ampi tratti della preesistenza Romana.
Le porte, in origine quattro, erano disposte secondo gli assi del Decumano e del Cardo, purtroppo l'unica rimasta intatta è la Porta Romana, a sud, con bell'arco a tutto sesto su mensole e rinforzata da un secondo arco sul fronte interno. Attraverso la porta passava il tracciato della via Clodia che attraverso, Roselle e Vetulonia, si raccordava all'Aurelia in località Salebro. Proprio in prossimità della Porta Romana (all'angolo nord-occidentale delle mura) sorge la Rocca, in parte sfruttando la cinta muraria stessa e delimitata a nord-ovest da una possente muraglia in pietra con larga base a scarpa e redondone, rinforzata da due torrioni rotondi agli angoli. Le mura presentano feritoie di vario tipo e merlatura, in parte originaria.
La struttura fu eretta al tempo del dominio Aldobrandesco (XII°-XIV° secolo) ma rinforzata e ampliata dai Senesi nel 1410. All'interno di questo vasto recinto, circa mezzo ettaro, nel 1929 la famiglia Ciacci edificò un castello in stile neo-medievale con torre merlata che richiama le forme dell'originario complesso.