Dove si trova
Il borgo murato di Marciano della Chiana, dominato dall'omonima rocca, si raggiunge seguendo l'A1 fino all'uscita 'Monte San Savino', dalla quaste dista solo 4 km.
La storia
Insediamento d'origine Etrusca, fondato, sui lievi colli che seguono il corso della Chiana verso ovest, fra il IV° e il III° secolo a.C. sull'onda della crescita dei centri dell'agro chiusino [come dimostrato da ritrovamenti archeologici in loco], sviluppatosi successivamente in età Romana grazie alla sua posizione lungo un'importante diramazione della strada Cassia Adrianea a servizo dei centri della Val di Chiana, di Marciano abbiamo notizie scritte solo a partire dal XI° secolo [1084].
Ricordato come 'curtis' [probabilmente già fortificata] proprietà dei canonici della cattedrale di Arezzo prima [1183] e feudo, fino al 1384, dei Tarlati poi. In quest'anno Marciano - insieme ad Arezzo e il suo contado - furono acquistati dalla Repubblica Fiorentina. Nel corso del 1400 divenne un importante castello di frontiera con i possedimenti della Repubblica Senese, di conseguenza le mura del castello furono rinforzate e una possente rocca fu costruita sull'angolo nord-est delle stesse. Nel 1439 la rocca viene occupata da Bernardino della Carda, capitano di ventura, mentre nel 1554, nei suoi dintorni, sul colle di Scannagallo, si svolse una battaglia tra l'esercito mediceo-spagnolo e quello franco-senese, passata alla storia come 'Battaglia di Marciano', che risultò decisiva per le sorti della Repubblica di Siena.
Il sistema difensivo del castello/borgo murato, iniziato dagli aretini, trasformato dai senesi e portato a compimento dai fiorentini nel quattrocento, è ancora oggi facilmente leggibile. Il recinto fortificato, munito di una unica porta è dominato dalla rocca, la cui mole possente svetta sull'abitato, a pochi metri dalla chiesa di S. Stefano. Un rigoroso impianto geometrico, tradisce subito la funzione esclusivamente militare dell'insediamento.
Oggi gran parte della cinta è andata distrutta o inglobata in abitazioni, ma alcuni elementi si impongono ancora all'attenzione: due torri cilindriche nell'angoli nord-ovest e sud-ovest, in mattoni, sono elementi superstiti della difesa angolare; al centro della cortina rivolta a Lucignano [Ovest] si apre la bellissima porta principale con portale esterno a tutto sesto, decorata da tre stemmi sovrastati dal grande emblema mediceo in pietra serena. Un coronamento leggero, appoggiato ad arcatelle, fa da base al torrino dell'orologio, che si conclude con una larga vela in mattoni, sovrastata da pinnacoli. A levante si apre il Porticciolo, una postierla, piccola via di fuga sul lato opposto della piazzaforte. Una carattestica del castello era che si poteva entrarne ed uscirne non solo dalla porta principale, ma anche attraverso un sistema di camminamenti sotterranei.
Lo straordinario stato di conservazione della Rocca la differenzia da simili fortezze profondamente alterate presenti nella zona (Lucignano, Monte San Savino). Un vasto quadrilatero si inserisce sul mastio, eretto al centro della cortina nord; al lato opposto uno stretto barbacane, protetto da una seconda torre quadrata di minori dimensioni, si pone a guardia del Porticciolo. L'unico ingresso alla rocca avveniva attraverso una piccola postierla ricavata nello spessore della scarpatura del mastio. Una seconda porta, di più grandi dimensioni ma successivamente murata, si apriva nella cortina esterna. Realizzata in corsi di pietra serena, con spesse mura scarpate (oltre 4 metri di altezza), realizzate in filaretto cinquecentesco, la rocca presenta abbondanti resti di apparato difensivo a sporgere in laterizio, con arcatelle a sesto poggiate su beccatelli in pietra; sul lato esterno le mura sono realizzate in laterizio e coincidono con la cinta muraria del castello. La torre era sede della guarnigione: solai e scale in legno da ritirare, ne permettevano l'estrema difesa.