Dove si trova
Percorrere la A 12 Parma/La Spezia fino all’ uscita di Aulla, si entra in città lungo la SS62 e si seguono le indicazioni per Fivizzan/Reggio Emilia imboccando la SS63 [si svolta a sinistra attraversando la ferrovia]. Dopo circa 12 km. si svolta a destra seguendo le indicazioni per Gassano. 5 km dopo Gassano troviamo Gragnola, dominato dal Castello. Attraversando il paese lungo la via principale, giunti circa a metà della stessa, si trovano l'indicazione 'Castello dell'Aquila' [visibile solo giunti a pochi metri dal cartello] che ci guidano lungo un stretta strada sulla sinistra. Passata la ferrovia, la strada si fa ancora più stretta ed inizia a salire, dopo circa 1 km diventa sterrata ma più larga e percorribile facilmente con qualsiasi tipo di auto. Ancora qualche curva e il Castello dell'Aquila vi apparirà ...
La storia
Il Castello dell’Aquila, imponente struttura fortificata riadattata a residenza signorile dai Malaspina, domina dall’alto di un colle il borgo medievale di Gragnola, abitato posto alla confluenza tra i torrenti Aulella e Lucido. Le origini dell’insediamento sono incerte, probabilmente legate al controllo sui transiti viari medievali che si incontravano in corrispondenza del borgo sottostante. Vista l'importanza strategica del sito - ancora oggi basta uno sguardo da quassù per avere quasi tutta la Lunigiana sotto controllo - non sono da escludere precedenti insediamenti di popoli Liguri-Apuani e Romani.
Non esitono documenti che ci consentono di delineare con certezza le fasi costruttive del fortilizio. Oggi il Castello dell'Aquila appare come una possente struttura costituita da un unico corpo di fabbrica che ingloba il mastio di forma quadrilatera, con quattro piani (tre interni e il quarto a copertura, originariamente i soffitti erano in pietra con volta a botte, oggi ricostruiti in legno), per dimensioni uno dei più grandi della Lunigiana insieme a quello della vicina Verrucola dei Bosi, e altre tre torri angolari, quella di nord-ovest attraversata da una porta, principale accesso al cortile interno dopo le modifiche rinascimentali. Bello l'accesso al cortile interno, rialzato rispetto al piano della lizza e difeso da un primitivo antemurale-rivellino quadrato, con doppio portale rifinito in pietra serena, ai cui lati si aprono due feritoie. Nell'atrio, subito sulla destra, troviamo la cappella, di recente riconsacrata. Il cortile interno è dominato dalla mole del mastio, sulle mura a nord sono ancora visibili parti di merlatura guelfa (chiaramente inserimento postumo quello due merli a coda di rondine), su di esso affacciano tutti gli edifici abitativi e militari. Fra questi merita di essere menzionato il grande salone, sul lato opposto dell'ingresso, con copertura a botte.
Il mastio, o almeno una sua versione embrionale, sembra risalire al XIII° secolo, ma le fasi costruttive più importanti del castello possono essere datate essenzialmente secolo XIV°, quando divenne sede marchionale e una linea malaspiniana prese il titolo di Castel dell’Aquila. In questo periodo sono da associare al maniero figure importanti, come Spinetta Malaspina e Leonardo I, ai quali potrebbero essere attribuite le radicali trasformazioni architettoniche mirate ad innalzare modeste strutture al rango e al prestigio di importante residenza.
Tra gli ultimi interventi rilevanti vi è la costruzione della cinta muraria esterna, probabilmente risalente ai secoli XV°-XVI°, quando ai nuovi marchesi di Castel dell’Aquila spettò il compito di adeguare le obsolete difese medievali alle moderne armi da fuoco. Fu totalmente cambiato l'accesso al fortilizio: il percorso dall prima porta corre esterno lungo le mura ed è difeso da una torretta rotonda, aggettante su beccatelli in pietra, la costruzione di un barbacane rotondeggiante - più un torrione in verità - con corpo di guardia dotato di feritoie ad occhiello e troniere rivolte alla vallata, nel quale si apre una seconda porta con arco a tutto sesto, accesso al cortile esterno/lizza, completava il sistema di difesa. Tutto il percorso fino al portale di ingresso al cortile interno è 'murato' e dotato di ulteriori feritoie. In pratica l'accesso al castello fu trasformato un corridoio dal quale era quasi impossibile deviare. Anche la scarpatura della quale sono dotate gran parte delle mura e il mastio, sembrebbe risalire a questo periodo, non esisteno infatti tracce nè testimonianze dell'esistenza di un apparato difensivo a sporgere precedente e sembra assai improbabile il loro utilizzo contro una guerra di mina a queste altitudini e su un terreno così roccioso.
Il declino economico dei Malaspina portò all’abbandono di Castel dell’Aquila. L’assenza di specifiche fonti scritte e di documentazione iconografica non ci aiuta a ricostruire ed immaginare i fasti del passato, nemmeno di quello più recente. Il lento degrado, e gli ulteriori danni subiti a causa del terremoto che colpì la Lunigiana nel 1920, portò al suo abbandono definitivo nei primi decenni dell XX° secolo.
Oggi il Castello è completamente recuperato. Sono serviti due anni per liberarlo dalla sterpaglia, dieci per riportarlo alla sua originale imponenza, grazie ad un importante lavoro di restauro fatto eseguire con passione, cura, competenza e rispetto, per quanto possibile, dei volumi e materiali originali dall’attuale proprietà. Durante i lavori sono stati compiuti studi che hanno permesso di comprendere le varie fasi di sviluppo dell'insediamento e le successive modifiche apportate nei secoli.
Approfondimenti
Le foto, quelle belle, sono di Paola Zirattu - https://www.instagram.com/paola_zirattu/