Castello di Terrarossa

Dove si trova

Terrarossa è una frazione del comune di Licciana Nardi ancora oggi attraversato dall'antico cammino della via Francigena facilmente raggiungibile dall'uscita Aulla della A15 dalla quale dista 2,5 chilometri.

La storia

I resti del nucleo originario del castello conosciuto con il toponimo Terrarossa, situato sopra un modesto colle che domina la confluenza del torrente Civiglia nel fiume Magra, sono inglobati in un edificio oggi civile abitazione denominato Castelletto. Nel XII° secolo si sviluppò, lungo la via Francigena sulla sponda sinistra dell fiume Magra nella pianura sottostante al vecchio Castello di Terrarossa, un nuovo insediamento definito dalle fonti scritte Borgonuovo. Questo insediamento, descritto già nel 1126 come circondato da mura e dotato di una chiesa dedicata a San Giovanni dipendente dall'Abbazia di Aulla, si sviluppava sui due fronti della strada.

Nel tempo Borgonuovo accolse la popolazione che abitava attorno al castello medievale, ricevendone il toponimo: Terrarossa. Ancora nel secolo XVI° le due località di Borgonuovo e Terrarossa erano distinte nella documentazione scritta. L'attuale strada statale non segue il vecchio tracciato che attraversava interamente il borgo, ma lo interseca isolando dal contesto edilizio originario l'imponente fortilizio Malaspiniano, costruita nella seconda metà del secolo XVI° per iniziativa del primo marchese di Terrarossa, in sostituzione della vecchia fortificazione medievale, come opera fortificata di pianura con compiti di controllo della Via Francigena, oltre che residenziali.

Anche Terrarossa fu soggetto alle mutevoli condizioni politiche dei possedimenti Malaspiniani, i cui confini subirono continue modificazioni nel corso di brevi spazi temporali. Durante i secoli XV°-XVI° Terrarossa fece parte di diversi feudi tra i quali Olivola, fino al 1407, poi Villafranca, Bastia, Filattiera e Monti subendo anche due occupazioni genovesi, nel 1416 e nel 1463. Solo nel 1581 ci fu l'istituzione del feudo indipendente di Terrarossa, assegnato a Fabrizio Malaspina, già marchese di Pontebosio. La morte dell'unico figlio maschio spinse Fabrizio Malaspina a vendere il feudo al granduca di Toscana, che nel 1628 fu ceduto a Bernabò Malaspina di Filattiera. Risale al 1617 una interessante descrizione del feudo e del castello, eseguita per conto del granduca, dalla quale si apprende che la costruzione del castello avviene per iniziativa dello stesso marchese Fabrizio Malaspina. Ecco alcuni brani dello scritto riprodotti nell'opera di Eugenio Branchi:

"Attaccato alla terra di Terrarossa, che è sulla strada maestra Romana, vi è un castello fabbricato alla moderna con quattro baluardetti et stanze comode per abitare, ancorché non sia finito del tutto. Innanzi a detto castello v'è una piazza grande con giardino, vigne e praterie; attaccato a esso Castello et terra di Terrarossa v'è l'hosteria; quale terra altre volte era cinta di buone muraglie, e vi si veggono ancora per tutto alte fuora dal terreno… La fabbrica, cioè la fortezza, se ne rimette alla stima di persone perite e confidenti, et hora esso la stima in questo conto sette mila scudi… Il Signor Marchese si contenta, quando si farà l'istrumento et darà il possesso, che li paghi di contanti solo il prezzo delli suoi poderi et fabbrica, che in questo non ci accade l'assenso di S. Maestà, essendo beni allodiali et la fabbrica fatta fare da esso dai fondamenti".

Lo stesso Eugenio Branchi nel riportare il documento accenna alla figura del marchese Fabrizio:

"Nel tempo che il Marchese Fabrizio stette in Lunigiana non fu inoperoso a curare la cose sue; si dié somma premura nel far coltivare i proprj terreni con disboscamenti e piantagioni utilissime, fra le quali merita special menzione quella dei gelsi, fomite grande di ricchezza serica, al cui scopo per quanto sembra (per educare i fuligelli) fece costruir vaste sale, che tuttora si veggono nel palazzo o castello che dai fondamenti eresse in Terrarossa. … Se per avventura le sale di cui si parla venissero in seguito distrutte o variate, può vedersi la pianta del Castello e palazzo di cui si tratta, disegnata per occasione della vendita al granduca nel 1617, che si conserva nell'Archivio mediceo, affari concernenti la Lunigiana, Filza 2720 …".

L'imponente castello è una delle più ampie residenze malaspiniane esistenti, fu realizzato con pianta quadrilatera, lo stesso adoperato per la costruzione del castello di Pontebosio. Infatti Fabrizio Malaspina, tra il 1574 ed il 1581 prima di ottenere il possedimento di Terrarossa, aveva in feudo Pontebosio. Le proporzioni del castello di Terrarossa sono, al confronto con quello di Pontebosio, imponenti. La fabbrica di Terrarossa fu talmente grande che il marchese ed i suoi successori non riuscirono a portarla a termine, lasciando incompiuti diversi elementi architettonici tra i quali alcuni baluardi. Il castello occupa una superficie di circa 1.250 metri quadrati, con una cubatura di 7.800 metri cubi, per complessivi 43 vani e mostra ancora oggi la sua imponenza, con le possenti mura bastionate articolate attorno al cortile quadrangolare, quattro baluardi angolari, bel portale ad arco in conci di pietra arenaria e le sale interne coperte da volte a crociera. Una curiosità: diversi spazi in passato erano deputati a ospitare un produttivo allevamento di bachi da seta. Attualmente il Castello, restaurato dopo anni di abbandono e degrado, è sede di sale per convegni, di una foresteria e dell'ufficio per le informazioni turistiche.

Approfondimenti

Il castello di Terrarossa è visitabile solo in date prestabilite. Informazioni: 0187 423053.

La prima foto è di Paola Zirattu - https://www.instagram.com/paola_zirattu/