Dove si trova
Il territorio di Campiglia Marittima occupa parte della pianura alluvionale del fiume Cornia e le ultime propaggini delle Colline Metallifere, costituisce insieme ai comuni limitrofi il territorio della Val di Cornia. Il borgo sorge su un rilievo di 280 metri s.l.m., si raggiunge facilmente dall'uscita omonima della SS1 Aurelia (circa 5 chilometri).
La storia
Campiglia Maritima, la cui esistenza è documentata a partire dall’XI secolo, costituisce, nell'insieme della Rocca e del Centro Storico, un complesso di interesse monumentale, arricchito dalla vicinanza dell'importante Parco Archeominerario di San Silvestro, distante solo 3 chilometri.
L'attuale Rocca, ovvero l'insieme degli edifici in pietra presenti nella parte sommitale della collina, è frutto di più fasi costruttive comprese fra il XII° e il XIV° secolo. Fino alla fine del 1200 Campiglia fu feudo di un importante ramo dei nobili Della Gherardesca, artefici principali della trasformazione dell'originario borgo di capanne in castello, nominato per la prima volta come tale nel 1004. Quest'area divenne pertanto la più rappresentativa dell'abitato, dislocato sulle pendici e i terrazzamenti sottostanti la Rocca e anch'esso racchiuso da una possente cortina muraria.
Le architetture in pietra sostituirono il precedente insediamento costituito da capanne di legno presente in loco almeno dal X° secolo, i cui abitanti erano dediti essenzialmente all'allevamento dei suini. Questo avvenne durante il XII° secolo, a seguito del definitivo consolidamento del potere dei Della Gherardesca, divenuti Conti di Campiglia. La prima struttura costruita fu una massiccio torrione, il mastio, oggi sede del museo dei reperti archeologici rinvenuti in loco, affiancato successivamente dal palazzo vero e proprio. Il potere economico è ben esemplificato da una serie di particolari e raffinati accorgimenti architettonici opera di maestranze specializzate, e costose, probabilmente provenienti da cantieri cittadini, quasi sicuramente Pisani. All'inizio del XIII° secolo a questi edifici furono affiancati sul lato sud-ovest un'alta torre munita di cisterna e su quello nord-ovest un edificio anch'esso turriforme, andato oggi quasi totalmente distrutto. Dalla fine del secolo fino alla fine del Quattrocento, a seguito di contrasti fra i Conti di Campiglia e Pisa, parte degli edifici furono occupati da una guarnigione inviata dalla città. Poi, a seguito della conquista Fiorentina di questi territori, il contingente militare, inviato stavolta da Firenze, divenne più numeroso e occupò la Rocca fino a tutto il Cinquecento. Da questo periodo, non dovendo più Firenze temere attacchi da famiglie o comuni maremmani, Campiglia inizia progressivamente a perdere importanza strategica con conseguente degrado militare ed economico. La sua importanza diminuì fino al punto che, nel 1664, il terreno entro le mura della Rocca venne dato in affitto come terreno agricolo.
Dopo secoli di abbandono, il danno maggiore alla struttura, quello che non fecero le guerre, avvenne per mano civile: nel 1930-31 Campiglia aveva bisogno di un nuovo acquedotto, e dove posizionarlo se non nel punto più elevato dell'abitato? Peccato che per far spazio al nuovo edificio fu praticamente distrutta la Torre della Cisterna, della quale resta solo parte della cisterna stessa e l'angolo di sud-est, e il Palazzo, del quale solo il fronte nord rivolto al borgo, impreziosito da una elaborata bifora romanica, è sopravvissuto.
Fra il 1994 e il 1999 il dipartimento di Archeologia Medievale dell'Università di Siena ha condotto sul sito una serie di campagne di scavi, e nel Giugno 2008, dopo un lungo lavoro di consolidamento e restauro, l'area della Rocca, almeno quella acquisita dal comune in quanto parte è ancora su terreni o ospita abitazioni private, è stata riaperta al pubblico.
Tutto il borgo è racchiuso da una cinta muraria in pietra (ampliata nel corso dei secoli), per gran parte conservata (soprattutto il fronte sotto la Rocca) o facilmente identificabile, dotata di tre porte ancora integre, la Porta Pisana, la Porta a Mare e la Porta S.Antonio, oltre che da sei bastioni cilindrici tardo medievali.