Il castello di Vignoni fu sotto la giurisdizione dell'
Abbazia di Sant'Antimo dall'XI secolo al 1170 data alla quale entrò in possesso dei signori dell'Ardenga detti anche Tignosi di
Rocca d'Orcia che lo tennero insieme al
Bagno di Vignoni, nel 1290 il castello e la sua corte passarono a Ciampolo Gallerani, in quegli anni i Gallerani subentrarono ai Bonsignori, che nel frattempo erano diventati i nuovi signori del sito termale, anche nel dominio di Bagno Vignoni.
Il dominio fu di breve durata a causa di un loro dissesto bancario ed Antonio figlio di Ciampolo cedette nei primi anni del 1300 ai
Salimbeni. Tra il 1318 e 1339 i territori da San Quirico al fiume Orcia passarono sotto la giurisdizione della Rocca di Tentennano di cui i Salimbeni erano i conti. Nel 1369 Agnolo Salimbeni divenne il capo della famiglia ed insieme a fratelli e sorelle possedevano i castelli di
Tentennano, situata sul versante opposto della valle, Montenero,
Ripa d'Orcia, Bagno Vignoni (considerato castello per la sua torre, pur essendo privo di mura), Vignoni, Montegiove, Ribecca, Perignano e Castelvecchio.
Nell'attuale borgo fortificato si puo' ancora notare una torre, ora mozzata, dotata di una forte e ampia scarpatura e sormontata da un redondone e alcune finestrelle. Questo era il mastio, cuore del fortilizio. Anche una delle antiche porte di accesso al recinto murato è ancora perfettamente intatta, accanto alla chiesa di San Biagio. Fuori la porta la vista sulla valdorcia è mozzafiato, sulla sinistra svetta il campanile a vela della chiesa e sulla destra il tratto meglio conservato delle mura, con la torre d'angolo, realizzata con le stesse caratteristiche del mastio.
San Biagio, di origine romanica anche se fortemente rimaneggiata all'interno, si presenta con ad unica navata con ancora resti di affreschi del XIV e XV secolo. Da questa chiesa provengono il fonte battesimale (del 1585) attualmente nella Collegiata di San Quirico d'Orcia e il crocifisso in bronzo del Giambologna oggi al Museo di Montalcino
Il Bagno di Vignoni fu concesso alla famiglia Amerighi nel che riscuoteva le gabelle per conto della Repubblica per il passaggio sul ponte sul fiume Orcia e avendo l'obbligo di predisporre l'accoglienza sia dei pellegrini sulla via Francigena, sia degli utilizzatori delle terme, per tale obbligazione fu edificata l'Osteria del Leone come indica la lapide posta sotto la testa del leone, infine come l'ulteriore obbligo la famiglia ebbe quello della manutenzione della vasca della sorgente termale. La concessione del Bagno a Vignoni fu confermata dal Gran Duca di Toscana alla linea di Mario Amerighi il 1° Agosto del 1600 con atto rogato da ser Pietro Paolo Ricci.
Tutte le fonti in dettaglio sono riportate sul libro del conte Roberto Amerighi intitolato:
"Gli Amerighi, una famiglia della nobiltà toscana - Le loro terre nel Senese, Vignoni, Bagno Vignoni, gli "Horti Leonini" ed altri luoghi" Aracne Edizioni Genzano (RM) 2021.
Il libro è acquistabile su Amazon e consultabile nella biblioteca pubblica di Siena.